Alzheimer e Decadimento Cognitivo

Scopri terapie innovative per rallentare il declino cognitivo e la progressione della malattia di Alzheimer

Alzheimer e Decadimento Cognitivo

Cos'è il morbo di Alzheimer?

Il morbo di Alzheimer è una forma di demenza. Si tratta di una patologia neurodegenerativa che colpisce la memoria e altre funzioni cognitive, compromettendo progressivamente lo svolgimento delle attività quotidiane e l’autonomia personale.

La malattia è caratterizzata dalla degenerazione del tessuto cerebrale, con perdita di cellule nervose, accumulo anomalo di proteina beta-amiloide e sviluppo di intrecci neurofibrillari.

Generalmente, il morbo di Alzheimer si manifesta con lievi deficit di memoria. Al progredire della malattia, i disturbi cognitivi aumentano e conducono chi ne è affetto a non essere più autosufficiente.

Sono comportamenti tipici di una persona affetta da Alzheimer avere gravi perdite di memoria, fare più volte le stesse domande, perdersi in luoghi familiari, disorientarsi sul tempo e sulle persone, trascurare la propria sicurezza e igiene personale. Nelle fasi più avanzate, possono manifestarsi anche sintomi psichiatrici, quali depressione, ansia, irritabilità e aggressività.

Alzheimer, cause e fattori di rischio

Causee del morbo di Alzheimer

Ad oggi  non sono del tutto note le cause scatenanti del morbo di Alzheimer. La comunità scientifica ritiene che all'origine della malattia ci sia una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita. L’insieme di questi fattori sarebbe in grado di alterare alcune proteine presenti nel cervello, causando la degenerazione del tessuto cerebrale e il decadimento delle funzioni cognitive.

Fattori di rischio

Nonostante non siano ancora state identificate con certezza le cause del morbo, la ricerca scientifica ha identificato alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. Tra questi ricordiamo: 

  • Età avanzata
  • Declino cognitivo precoce e non
  • Ipertensione, obesità, diabete di tipo 2
  • Stile di vita, fumo di sigaretta, ipercolesterolemia, sedentarietà
  • Familiarità
  • Predisposizione genetica
  • Traumi cranici
  • Depressione Maggiore 

I sintomi del morbo di Alzheimer

I sintomi del morbo di Alzheimer possono variare da soggetto a soggetto. Il campanello d’allarme più comune e che si manifesta per primo è la perdita di memoria. Con il progredire della malattia, possono sopraggiungere i seguenti sintomi:

Deficit di memoria
Deficit del linguaggio
Disorientamento spaziale
Disorientamento temporale
Difficoltà a riconoscere le persone
Trascuratezza nell'igiene personale
Trascuratezza nella nutrizione
Difficoltà a svolgere attività quotidiane
Perdita di autonomia
Depressione
Disturbi del sonno
Deliri e allucinazioni
Disturbi comportamentali, agitazione, aggressività

Decadimento Cognitivo e stadi dell'Alzheimer

Stadio Lieve

In questa fase si manifesta un lieve declino cognitivo, anche chiamato Mild Cognitive Impairment. La persona esperisce lievi disturbi di memoria, di linguaggio e di orientamento. Per esempio, fa fatica a ricordare fatti recenti, nomi o numeri di telefono, può dimenticare la strada di casa o la data corrente, ha difficoltà a esprimersi in modo fluido e organizzato.

Stadio Moderato

In questa fase si riscontra un peggioramento del decadimento cognitivo che intacca l'autonomia. La persona può confondere i famigliari, trascurare l'alimentazione e l'igiene personale, manifestare rilevanti sbalzi di umore. Aumenta la necessità di assistenza nelle attività quotidiane, come la preparazione dei pasti, le faccende domestiche, l’uso di mezzi di trasporto.

Stadio Grave e Molto Grave

È la fase più avanzata della malattia. Il declino cognitivo varia da grave a molto grave. La persona non riconosce più i propri famigliari e gli spazi noti, non è più autonoma e necessita di assistenza continua. Il movimento e la deglutizione sono sempre più compromessi. Le complicanze cliniche possono condurre al decesso.

Terapie per il morbo di Alzheimer

Farmaci

Ad oggi non è ancora nota una cura per la malattia di Alzheimer. Le terapie farmacologiche attualmente disponibili mirano a gestire e alleviare alcuni sintomi oppure a rallentare il decorso della malattia.

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Stimolazione Cognitiva per il Declino Cognitivo

La stimolazione cognitiva è un intervento di tipo riabilitativo per persone affette da Alzheimer o altre forme di demenza di grado lieve e moderato. Il trattamento è finalizzato al mantenimento e rafforzamento delle funzioni cognitive residue, cioè non ancora intaccate dalla demenza, e al rallentamento del declino cognitivo causato dalla malattia neurodegenerativa.

La stimolazione cognitiva è svolta da uno psicologo esperto in neuropsicologia e riabilitazione neuropsicologica. Sono sottoposti al paziente specifici esercizi per potenziare le funzioni cognitive come memoria, attenzione, linguaggio, funzioni percettive, funzioni esecutive.
Il programma di trattamento viene personalizzato in base alle esigenze del singolo paziente e può essere integrato e potenziato con un trattamento di neuromodulazione, come la Stimolazione Magnetica Transcranica.

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Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) per il Declino Cognitivo

La stimolazione magnetica transcranica è un trattamento di neuromodulazione non invasivo, sicuro ed efficace. La TMS agisce direttamente sulle aree cerebrali deputate ad alcuni disturbi neuropsichiatrici, modulando l'attività compromessa dei neuroni.

Recentemente, è stato dimostrato che la stimolazione magnetica, applicata nell’area cerebrale del precuneo per 24 settimane, rallenta il declino cognitivo e funzionale nei pazienti affetti da Alzheimer di grado lieve-moderato. Lo studio è stato condotto dalla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, in collaborazione con l'Università di Ferrara, e ha dimostrato che la TMS è in grado di migliorare anche l’autonomia dei pazienti nello svolgimento delle attività quotidiane.

Scopri di più sulla TMS per l'Alzheimer

Supporto Psicologico ai Caregivers

Per caregivers si intendono tutti coloro che prestano cure e assistenza in ambito domestico a una persona non autosufficiente. Se il caregiver è un parente della persona assistita, si parla di caregiver famigliare. In Italia sono principalmente le famiglie a farsi carico dei parenti colpiti da Alzheimer o da altre forme di demenza. 

Assistere al progredire della malattia di un parente, che può arrivare anche a non riconoscere più chi gli sta accanto, comporta molta sofferenza. Inoltre,  sorvegliare e accudire costantemente una persona non autosufficiente comporta un carico emotivo molto grande, non semplice da gestire da soli. Ci si può sentire stanchi, tristi, angosciati, arrabbiati. In questi casi, il supporto psicologico può essere molto d'aiuto al caregiver, per gestire lo stress e la sofferenza emotiva che l'assistenza comporta e per elaborare la perdita della persona cara.

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Fonti

1. Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
2. Dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Ministero della Salute
3. F. Licastro, "La malattia di Alzheimer. Dalla prevenzione personalizzata alla terapia mirata”
4. Studio TMS per Alzheimer lieve-moderato, Fondazione Santa Lucia e Università di Ferrara

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La TMS per la malattia di Alzheimer

La Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico per la malattia di Alzheimer. È stato recentemente dimostrato che la rTMS, applicata nell’area cerebrale del precuneo per 24 settimane, rallenta il declino cognitivo e migliora l'autonomia nei pazienti affetti da Alzheimer di grado lieve-moderato.
TMS per malattia di Alzheimer

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